sabato 3 agosto 2013

Le tradizioni culinarie di casa mia

Oggi sono in vena nostalgica..... ricordi della mia infanzia prendono il sopravvento. Sarà il libro che sto leggendo? Può darsi. La mia amica Mirella mi ha regalato l'ultimo libro di Catena Fiorello "Dacci oggi il nostro pane quotidiano" e fin dalle prime pagine mi si è aperta una finestra sul passato.... tradizioni, usi, modi di fare........ 
La mia infanzia, come quella di molte persone della mia età, è fatta di ricordi dolci e amari...... gesti, profumi, voci si rincorrono nella mente.
Mia madre non è mai stata una grande cuoca, ma quello che faceva lo faceva con amore. Il must in casa mia erano i legumi con la pasta. Almeno una volta a settimana si mangiavano fagioli, d'estate si compravano quelli freschi, bianchi o rossi e noi dovevamo aiutare a sbucciarli (brontolando sempre perchè era una cosa che non amavamo fare)....... A volte mia madre ci preparava un piatto di pasta e fagioli come merenda..... ed era una festa. E noi giocavamo a "cucinella" apparecchiando la tavola su una cassetta di legno e giocando con piattini e pentoline e le nostre bambole.... Ed era una festa soprattutto quando mia madre cucinava una pasta molto speciale...... Avete presente quei pezzettini di pasta che schizzano via quando spezzate gli ziti lunghi? ecco mia madre aveva la pazienza di conservarli in un barattolo e quando aveva raggiunto una quantità sufficiente, ci preparava la pasta e fagioli...... come era buona quella pasta..... con tutti quei pezzettini di pasta. Belli cremosi e saporiti.
D'inverno i legumi erano secchi, fagioli rossi, cannellini, ceci, lenticchie e fave..... eh si... le fave.
Fatte in maniera semplicissima, senza pretese ma di una bontà unica.
Le fave messe a bagno il giorno prima e tutta la notte... al mattino mamma le sciacquava, le metteva in pentola e via sul fuoco a lenta cottura fino a quando diventavano tenere...... nel frattempo noi andavamo a comprare il pane fresco..... dal panettiere che ti dava sempre il filone di pane con la "ionta".... la giunta. Già perchè all'epoca il pane si vendeva a peso... mezzo chilo doveva essere mezzo chilo. E sul banco del panettiere c'era sempre pronto un pezzo di pane e un coltellaccio dal quale tagliare la giunta al peso. E quella "ionta" non arrivava mai a casa.... perchè per strada ce la dividevamo io e mia sorella. E a casa erano rimbrotti da parte di mamma :) .
E quel pane caldo, fragrante diventava il nostro "pranzo" insieme alle fave....... il "curelluccio" come lo chiamavamo noi...... Il "curelluccio" altro non è che la parte terminale del pane, che veniva svuotato della mollica rigorosamente intera e tenuta da parte. Un mestolino di brodo delle fave, un filo di olio un pizzico di sale e poi via di fave sgusciate fino a riempire tutto il vuoto che si era creato nel pane, ancora olio, sale e un po di pepe, la mollica bagnata nell'acqua di cottura delle fave ...... e poi affondare i denti in quella delizia e il gusto e...... non ne ero mai sazia.
D'estate, quando era troppo caldo per subire i vapori della cottura dei legumi, c'era il rito di andarle a comprare già cotte...... Al mattino verso le 9,00 mamma ci mandava col "pentolino" da una donna che per vivere si arrangiava con mille espedienti, uno dei quali era quello di preparare la "zuppa di fave" ogni mattina. E si andava con trepidazione io e mia sorella Anna, con la pentola tra le mani e pochi spiccioli per comprare due mestoli di fave che sarebbero diventate la nostra colazione. 
Ai nostri tempi.... come mi fa specie dire questa frase ahahahah ..... a quell'epoca va, è meglio, la colazione non si faceva con i cereali, la merendina, i biscotti......
D'inverno c'era la tazza di latte caldo con gli avanzi del pane del giorno prima, d'estate invece, pane e zucchero, pane e fichi, pane e broccoli, pane e fave...... 
I biscotti erano per i giorni di festa, il compleanno, l'onomastico, o per quando si aveva l'influenza ed allora arrivavano le coccole.
La domenica era d'obbligo il ragù con le braciole, involtini di carne conditi con prezzemolo, sale, pepe, aglio, pinoli e uva passa, legati stretti stretti col filo bianco , rosolati e cotti insieme al sugo di pomodoro. E la merenda di metà mattina era pane col sugo...... tra i borbottii di mia madre che si lamentava che ci saremmo guastate l'appetito...... Ma come resistere a certe tentazioni? Per non parlare delle polpette....... sparite prima ancora di arrivare in tavola, una dietro l'altra, calde calde quasi rubate dalla padella......
E poi, per me, c'erano i giorni in cui mio padre decideva che quel giorno si sarebbe mangiato pesce..... ed allora tornava a casa con il "cuoppo".... involto di carta gialla molto spessa, pieno di ogni ben di dio, e della classica bustina piena di frutti di mare...... ed io li a rubare la vongola, la tellina, il cannolicchio da mangiare crudo, quando il crudo non era un rischio per la salute :P . Come mi mancano certi riti...... 
Poi c'erano i giorni di festa, il compleanno o l'onomastico.... ed allora ci si svegliava con l'odore di  cacao che si diffondeva per la casa...... e in cucina ci aspettava una brocca di latte e cacao da gustare con qualche biscottino e da tenere li per offrirla a eventuali ospiti insieme ai biscotti.
Le torte erano prerogativa di mio padre... mia madre non ha mai preparato un dolce in vita sua (fatta eccezione per i casatielli a pasqua sotto la vigile direzione di mio papà). La classica torta pane angeli..... zucchero, burro, farina e uova....... e noi intorno in attesa di poter leccare il cucchiaio e la ciotola dell'impasto che sarebbe rimasto attaccato alle pareti.
E tutti questi ricordi si rincorrono nella mente, mentre il ricordo dei profumi e dei sapori mi fa venire l'acquolina in bocca......
Ci sono tanti ricordi che ancora cercano di affiorare... belli, meno belli. Ma tutti fanno parte della mia vita...... 

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